giovedì 29 marzo 2012

29 marzo: giornata per il Diritto allo Studio

Informazione in Università, Flash-mob all'Ufficio Tasse, raccolta firme e concerto sotto alla Regione


Questa mattina noi studenti e studentesse per il diritto allo studio abbiamo aperto la giornata di mobilitazione indetta per quest’oggi con un’iniziativa all’ufficio tasse dell’Università di Torino, luogo in cui in questi giorni, come ogni anno, ci ritroviamo ad assolvere l’odioso compito di sborsare cifre sempre più alte in cambio di servizi sempre più scadenti, quando non inesistenti.
Chi vive quotidianamente l’università sa bene come corsi che non partono, edifici fatiscenti, problemi e disservizi di ogni sorta siano ormai all’ordine del giorno; per questo motivo non siamo disposti ad accettare che i costi di un’università che, per far fronte alla crisi, è sempre più sottoposta a logiche di privatizzazione e profitto, vengano scaricati sulle nostre spalle, così come contestiamo l’intervento sempre più massiccio di banche e privati all’interno dei nostri atenei.
Siamo quindi entrati all’ufficio tasse per un’azione di sensibilizzazione, spiegando le ragioni che ci portavano lì e distribuendo alcune banconote finte con raffigurati i responsabili di questa crisi, chiedendo che siano loro a farsi carico dei sacrifici che ci vengono chiesti e delle cifre esorbitanti che dobbiamo sborsare per le tasse universitarie.
Un’azione che è stata accolta positivamente dai tanti studenti e studentesse che si trovavano in coda agli sportelli dell’Ufficio tasse e che ben conoscono le problematiche che abbiamo denunciato nel corso dell’iniziativa.

Guarda il video!













In seguito siamo andati in Piazza Castello sotto il palazzo della Regione Piemonte per denunciare le politiche portate avanti dalla Giunta Cota: tagli sui servizi necessari e investimenti per interessi privati e speculativi. Ne sono esempi lampanti il fatto che si taglino le nostre borse di studio mentre si danno soldi alle scuole private, si taglia sulla sanità e sui servizi sociali ma si investono centinaia di milioni di euro per la costruzione di un mastodontico grattacielo. Entro il 30 aprile dovrà essere approvato il bilancio regionale e noi studenti vogliamo che i nostri bisogni vengano anteposti agli interessi degli speculatori.
In molti durante il pomeriggio e la serata si sono fermati a parlare con noi, a lasciare la loro firma sulla petizione per il reintegro dei fondi e soprattutto ad esprimerci vicinanza e compartecipazione.

Molti dei passanti si sono fermati a vedere il nostro grattacielo (clicca per vederlo) che da un lato rappresenta quello che la Regione vuole costruire spendendo, solo per la progettazione, i soldi necessari a pagare le borse di studio di un anno; ma dall'atro lato rappresenta l'altro grattacielo, quello che la banca Intesa-San Paolo sta costruendo per sancire il suo dominio sulla città di Torino, un dominio che vediamo espresso nell'azione coordinata con la Regione in cui si questa taglia le borse di studio e le banche si preparano ad imprestare soldi agli studenti ed ad indebitarli.


La giornata si è conclusa con un reading ed un concerto a sostetegno della lotta per il diritto allo studio, un momento in cui stare piacevolmente insieme iniziando a pensare i prossimi passi verso l'approvazione del bilancio regionale del 30 aprile...


Guarda tutte le foto della giornata (link)
Leggi l'articolo di Futura sul flash mob e sulla Verdi15 (
link)

Di seguito il testo del volantino distribuito oggi:
La situazione del diritto allo studio in Piemonte è chiara a molti: quest'anno ad 8000 studenti aventi diritto è stata negata la borsa di studio a causa dei tagli regionali e ministeriali. Per l'università in generale la situazione è particolarmente critica: sempre più definanziata e dequalificata, con l'aumento delle tasse all'ordine del giorno, tirocini non retribuiti, le sessioni di aprile abolite in sempre più facoltà torinesi e la previsione di accorpamento delle facoltà sotto dei maxi-dipartimenti che determineranno un impoverimento dell’offerta formativa e corsi sempre più affollati e scadenti.
Nella criticità della situazione si creano però delle resistenze alla privatizzazione e dequalificazione del sapere, come le lotte dei borsisti degli ultimi due anni o le ondate di protesta contro la riforma Gelmini che hanno coinvolto studenti e mondo della formazione di tutta Italia in tempi non troppo lontani.
Ecco perché si è deciso, in seguito a due assemblee tenutesi a Palazzo Nuovo, di organizzare una giornata di contestazione pubblica come primo step verso gli altri eventi di protesta che precederanno il 30 aprile, giorno in cui verrà definito il bilancio regionale per il prossimo anno.
Una giornata in cui ricominciare a parlare e a far parlare di diritto allo studio, inteso sia nell'accezione più ristretta del ripristino delle borse di studio EDISU, sia in un’accezione più ampia legata alla difesa dell'università pubblica ed alla lotta contro la privatizzazione della conoscenza, in favore di un sapere libero ed accessibile a tutti e tutte. Una giornata in cui fare informazione all'interno delle università e manifestare fuori da esse, per denunciare quelli che sono gli attacchi che il diritto allo studio subisce e chi sono i responsabili: prima tra tutti la Regione Piemonte, che taglia sul diritto allo studio e sulle spese di utilità sociale, ma non esita a promuovere e finanziare la creazione di grandi opere inutili e dannose, come il costosissimo grattacielo della Regione in cantiere nella zona Lingotto o quel disastro ambientale utile solo agli speculatori chiamato TAV; ma anche il Ministero dell’Istruzione, che ha ridotto ai minimi termini i fondi per il DSU, o le società bancarie, che vorrebbero indebitarci con i prestiti d'onore e conquistano sempre più spazio all’interno dei consigli di amministrazione universitari.
Oggi piazza Castello non sarà la vetrina patinata di quella casta politica che fa solamente gli interessi propri e del capitale, ma sarà un luogo in cui confrontarsi anche con le altre parti sociali (lavoratori della cultura, lavoratori della sanità, lavoratori degli asili nido e tutta la cittadinanza che subisce le conseguenze di queste scelte politiche perdendo servizi e diritti fondamentali) colpite dai tagli della giunta Cota e con le quali pensare di coordinarsi in un percorso di opposizione e resistenza allo smantellamento del sistema di welfare sociale, operato dalla Lega e da chi siede nei palazzi del potere ai danni di tutta la collettività.

Studenti e borsisti per il diritto allo studio

Nessun commento:

Posta un commento