Sapere in Movimento


Saperi e conflitto, nella Torino della crisi

Saperi e conflitto: questi i nodi che, a un anno dalla nascita della Verdi Quindici Occupata, abbiamo vissuto e sulla cui centralità abbiamo fondato la nostra esperienza. Nei momenti di vita comune così come negli spazi di socialità, nella caccia agli autori della crisi così come nei laboratori, seminari e corsi autogestiti.
Due nodi il cui senso risiede proprio nella relazione che li unisce. Non pratichiamo conflitto che non sia l'incarnazione di saperi ed esperienze sedimentati nel nostro essere quotidianamente comunità. Non condividiamo conoscenza astratta senza che questa diventi immediatamente sapere collettivamente vissuto e agito, pratica di lotta condivisa, granello di sabbia negli ingranaggi delle istituzioni della formazione. Di queste istituzioni, lo spazio che siamo è il luogo della critica e della messa in contraddizione: punto di attacco contro un modello di diritto allo studio (peraltro smantellato) ma anche contro un modello di formazione. Non soltanto perché di questa università rifiutiamo i meccanismi di selezione sociale operati attraverso una tassazione sempre più proibitiva; non soltanto perché ne rifiutiamo la tendenza verso la privatizzazione, l'appiattimento della ricerca su criteri di produttività economica dei saperi e la dequalificazione dell’offerta formativa.
Come studenti e studentesse, sappiamo anche cosa significa crescere calati dentro un'organizzazione professionalizzante dei saperi, che cerca di produrre individui risolvibili senza residui nel loro curriculum vitae. Come studenti e studentesse, conosciamo benissimo un modello di formazione fondato sull'accumulo quantitativo di nozioni ed esperienze, privo di tensioni, scarti, passi indietro, perfettamente incarnato dall'inarrestabile crescita dei Cfu nei nostri libretti elettronici. Per contro, abbiamo imparato da soli che la formazione non è un percorso lineare e progressivo ma un campo di contraddizioni e conflitti soggettivi e sociali che desideriamo abitare attivamente.
Dentro lo spazio della Verdi Lab (vicolo Benevello 4/b) desideriamo costruire un luogo di critica e un punto di crisi per l'università che frequentiamo. Uno spazio che raccolga le tensioni e le contraddizioni che abitano tutti noi in quanto studenti. Uno spazio che costruisca un sapere che nasca dalle nostre passioni e risponda alle nostre esigenze.
A livello operativo abbiamo abbiamo tentato di individuare delle tappe (la cui declinazione può cambiare a seconda delle necessità collettive) che pensiamo possano aiutarci ad andare in questa direzione. Ogni ciclo partirà da un momento preliminare in cui insieme stabiliremo l’oggetto di studio. Una volta scelto l’argomento apriremo i lavori con un momento di socialità e condivisione di materiali. Per lavorare insieme c'è bisogno di conoscersi, stabilire contatti tra le rispettive sensibilità ed esperienze di modo che non si esauriscano in una dimensione personale ma siano strumento collettivo. Un secondo momento lo abbiamo pensato nella modalità del workshop, inteso come tavola rotonda, dove, a partire da quel sapere che abbiamo condiviso nel primo incontro ma non solo, ci confronteremo sugl’interrogativi e le riflessioni che sono sorti. L’ultima tappa sarà di allargamento del confronto a studiosi ed esperti in materia. Anche qui vorremmo rompere una dimensione puramente frontale e aprire con chi ha più esperienza di noi un dialogo, forti del percorso fatto fino a quel momento.Questo è ciò che abbiam immaginato fin’ora. Non conosciamo gli esiti di questo percorso, nemmeno pretendiamo di farlo. Non è quello l’importante. Intanto muoviamo il primo passo, così ‘Sapere in movimento’ comincia il suo nuovo cammino. 


Verdi Quindici Occupata



I° CICLO DI SAPERI IN MOVIMENTO: GUERRA IN MALI, INTERVENTI OCCIDENTALI IN MAGHREB: PERCHE'?

Protagonista delle cronache di questo periodo a livello internazionale è l'intervento francese in Mali. Tutti e tutte bene o male ci siamo ritrovat* a leggere almeno un articolo al riguardo. Tra una riunione e una chiacchera di corridoio, commentando e confrontandoci, ci siamo scoperti tutti insoddisfatti rispetto alla trattazione dell'argomento sulle testate nostrane e non. Tutto è limitato al qui e ora. Da nessuna parte si scorge una dimensione temporale che vada oltre la contingenza, oltre l'accadimento singolo e circostanziale all'oggi. Eppure d'interventi per la democratizzazione, di guerre umanitarie, missioni armate di pace è piena la storia, più o meno recente che sia. Anche solo pensando ai casi più eclatanti a livello mediatico, come gli interventi americani in Medio Oriente, ci si perde nel mare d'illustri penne che si sono spese per smascherarne le premeditazioni a lungo termine e gl'interessi tutt'altro che umanitari. Cos'è che rende l'intervento in Mali diverso? Perchè è slegato dalla storia dei rapporti tra la Francia e le sue ex colonie africane? Da queste domande ci siamo ritrovati a parlare anche di un'altra guerra, questa volta mediatica, quella delle primavere arabe, di Piazza Tharir. Perchè i ribelli di ieri erano eroi della libertà e quelli di oggi sono black bloc? Le situazioni sono radicalmente differenti eppure la matrice salvifica e necessaria dell'intervento delle 'democrazie occidentali' rimane la stessa. Quali sono le differenze tra queste situazioni? Dove convergono? Su che basi storiche poggiano? quale quadro geopolitco delinenano? Da queste domande parte il primo ciclo del sapere in movimento, domande aperte che non trovano una risposta immediata. Piuttosto necessitano di un percorso articolato nel tempo e nei punti prospettici da cui guardare le questioni che si affrontano. Questo è ciò che vorremmo costruire.Non è una pretesa di esaustività ma la nostra concezione di sapere, una fonte a cui attingere continuamente senza sosta, non un bene da dosare e distribuire tra i più meritevoli.Vorremmo un sapere che si presti a diventare una cassetta degli attrezzi collettiva con strumenti da usare ognuno secondo le proprie inclinazioni per leggere le dinamiche che ci circondano e di cui noi stessi siamo oggetto.
I° incontro: domenica 10 Febbraio Inaugurazione dei nuovi cicli

-Ore 19: Apericena

-Ore 21.30: Proiezione del Docufilm “...e quel giorno uccisero la felicità”su Thomas Sankara, protagonista delle lotte anticolonialiste africane negli anni ‘70 e ’80

-A seguire... serata musicale etnica con Dj Krif 



II° incontro: giovedì 21 Febbraio Tavola Rotonda

-Ore 17: Proiezione di "I nostri anni migliori" su i processi di cambiamento in corso in Tunisia

-Ore 18: Tavola Rotonda di discussione collettiva a partire da alcuni materiali condivisi e proposti
(materiali: http://www.facebook.com/notes/sapere-inmovimento/materiali-di-preparazione-del-i-ciclo/285916464868481)


III° incontro: data da definire Appuntamento con studiosi e giornalisti che hanno seguito le vicende da vicino. (Work in progress)

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