giovedì 8 novembre 2012

Verdi Quindici, presente!


L'avevamo detto, l'abbiamo fatto. Con la Verdi Quindici Occupata non si scherza: l'abbiamo dimostrato in dieci mesi di occupazione di via Verdi 15 e lo rifacciamo presente a coloro che se ne fossero dimenticati, pensando che una stupida sagra del manganello potesse mettere a tacere una realtà studentesca come la nostra. 'La Verdi Quindici non si tocca, la difenderemo con la lotta' non è solamente il coro che ci ha accompagnato in questa settimana precaria per le strade di Torino e per i corridoi di Palazzo Nuovo Occupato, è stato ed è molto di più: abbiamo trasformato quelle parole in programma politico, in promessa di battaglia fino all'ultimo respiro. Infatti siamo ancora qui, con un nuovo spazio conquistato a due passi dalla nostra via Verdi 15, con addosso la rabbia per uno spazio rubato da politicanti, speculatori e poliziotti ma anche con la consapevolezza piena che la potenza e la forza di un'idea collettiva non sta in quattro mura ma in coloro che le abitano.

A poco più di una settimana di distanza dallo sgombero di via Verdi abbiamo una nuova casa e un nuovo spazio comune in vicolo Benevello, ancora più nel cuore del quartiere dell'Università. Avevamo messo in guardia tutti dal considerare la Verdi Quindici Occupata come un'esperienza conclusa, passata, affossata dal fruscio del manganello, ammorbata dalle chiacchiere della politica, minacciata dall'infamità delle speculazioni. La Verdi Quindici Occupata rappresenta il presente e il futuro di una città che non vuole morire nelle scorribande finanziarie dei poteri che comandano Torino ne tantomeno nelle vetrine mediatiche che la politica confeziona per sopravvivere.

Ricominciamo da dove eravamo stati interrotti. La parentesi di una settimana a Palazzo Nuovo ci è servita per proseguire un lavoro collettivo di discussione e ragionamento sulla fase della crisi che stiamo vivendo in Università come in città, quindi nel nostro paese. L'Università è tornata a dimostrare lo stato della sua crisi come istituzione della formazione e del sapere, incapace di prendere una posizione chiara sul programma di smantellamento del diritto allo studio che l'Edisu sta portando a compimento per mano del presidente Umberto Trabucco, seguendo il mandato imposto dal presidente leghista Roberto Cota. Torino si è invece guadagnata, grazie al suo sindaco Piero Fassino, un'altra figuraccia degna di essere ricordata: nella presunta città dei giovani, nella fatiscente città universitaria, gli studenti vengono cacciati in strada - per mano della polizia - senza un tetto e senza alcuna garanzia di poter continuare a studiare.

Gli unici che si sfregano le mani sono gli speculatori e gli affaristi. La Verdi è stata sgomberata con la giustificazione della ristrutturazione dello stabile, per una sua rimessa in agibilità. La realtà delle cose, che solo i bugiardi possono negare, è che il futuro degli stabilimenti dell'Edisu si trova nella nebbia di un diritto che si vuole negare e di una cassa che si vuole riempire: non vi è alcuna certezza che i due milioni di euro del ministero arriveranno, e tantomeno vi è la garanzia che la Regione Piemonte metterà a disposizione la metà mancante... anche perchè l'assessore Maccanti già un anno fa aveva dichiarato che il diritto allo studio non è una priorità della sua giunta, figuriamoci oggi nella voragine dei tagli per provare a far quadrare bilanci che comunque non tornano! In questo contesto, chiedersi che fine farà via Verdi 15 come tutti gli altri luoghi dello studio diventa immediatamente campo di una battaglia per un diritto allo studio minacciato da cartolarizzazioni, speculazioni e privatizzazioni in salsa italica.

La Verdi Quindici Occupata, prima di quanto ognuno potesse immaginare, più forte di quanto si potesse credere, si è conquistata il suo nuovo spazio, per continuare le battaglie di ieri, per immaginarne altre ancora. Anche perchè noi, di lottare, non ci stanchiamo mai, e anche i momenti più difficili e precari sono ragione di nuovi entusiasmi e ritrovate energie per un progetto collettivo che si chiama Verdi Quindici Occupata.

2 commenti:

  1. E' anche vero che in un anno a parte djset, apericena e qualche sporadico cineforum il livello di inclusione verso gli studenti non “movimentasti” è stato basso, bassissimo. Diverse volte si é provato a venire alle vostre iniziative, ricordo ancora questo film iraniano lentissimo senza nessuna connessione con quello che succede fuori dalle mura occupate. Sicuramente mi sbaglio, ma non ho visto nessuna iniziativa condivisa con SI, le Officine Corsare, i sindacati, il mondo della ricerca. Ricordo ancora il bellissimo ed inaugurale intervento di Ugo Mattei che lasciava sperare che qualcosa di nuovo stesse accadendo, e poi il triste momento in cui un ragazzo albanese di economia venne fischiato in assemblea perché aver detto che le Olimpiadi avevano significato molto per la città e per gli studenti. Spero che nella nuova Casa cambi qualcosa e presto molti delusi come me, possano sentirsi inclusi nel vostro progetto che significa aprire a chi la pensa diversamente da voi. Se volete essere un movimento sociale, dovete farlo, altrimenti vi terrete l'etichetta di Askatasuna 2.

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