venerdì 2 novembre 2012

'Numa, racconti solo balle!': occupata la sede de La Stampa


Oggi la verdi 15 occupata è scesa ancora in piazza, a quattro giorni dallo sgombero portato avanti dall'Edisu e dalla questura, per continuare la mobilitazione per il diritto allo studio conquistato tramite la lotta, l'occupazione e l'autogestione. Lo sgombero non ci ha certo fermati e la nostra lotta riparte dall' occupazione di Palazzo Nuovo.
Oggi abbiamo deciso di puntare il dito contro le bugie che sono comparse su giornali e telegiornali, per bocca dell'Edisu e del suo presidente Trabucco, grazie al supporto di giornalisti che amano infangare le lotte e aiutare chi ci vuole obbligare ad un presente di precarietà, negazione dei diritti, primo tra tutti Massimo Numa de La Stampa.
La prima menzogna da sfatare è che lo sgombero restituirà l'edificio agli studenti: la gara d'appalto per ristrutturare la residenza è bloccata e noi occupanti lo diciamo da tempo. La regione Piemonte non ha intenzione di garantire il diritto allo studio, ma intende solo tagliare le borse di studio, svendere il patrimonio pubblico e privatizzare tutto il possibile. Questa linea politica è evidente nelle dichiarazioni della giunta leghista, mentre lo stop alla gara d'appalto si trova nei documenti pubblici presenti sul sito dell'Edisu.

La residenza Verdi 15 era invece stata restituita agli studenti proprio dall'occupazione, molti ci vivevano, tanti ci studiavano altri ancora prendevano parte ai laboratori ed alle attività autogestite, dall'autoformazione alla palestra, dalle cene alle serate. Ora la residenza verrà resa inagibile dall'Edisu che sta smontando e portando via tutto il possibile ed aspetterà deserta i lavori che non si sa nemmeno se partiranno. La cosa più assurda di tutta questa situazione è che mentre l'edisu si vanta di restituire un edificio agli studenti, vieta la possibilità di riunirsi all'interno della residenza edisu degli stemmi ad un'associazione di studenti iraniani ritenuti possibili complici di un assurdo quanto improbabile "attacco degli antagonisti" a quella residenza.
La seconda bugia da denunciare è quella relativa ai danneggiamenti della struttura: gli occupanti della Verdi 15 hanno a cura il bene comune e si sono presi cura dell'edificio e delle attrezzature nei 10 mesi di occupazione. E' vero, i muri erano dipinti, perché tra noi ci sono studenti dell'accademia delle belle arti ed altri artisti, e perché prenderci cura di un edificio vuole dire colorarne le grigie pareti. Chi ha danneggiato l'edificio è stato l'Edisu, che ha fatto ghiacciare l'impianto di riscaldamento abbandonando la residenza senza le dovute precauzioni. A tamponare quei danni sono stati gli occupanti che hanno fermato le perdite ai tubi che si spaccavano per il ghiaccio. 
Oltre al danneggiamento per incuria c'è il danneggiamento per infamia: quello operato dalle forze di polizia durante lo sgombero, che rompevano vetri ed arredamenti per incolpare gli occupanti di tutto ciò: la logica è dalla nostra parte, che senso ha rompere i vetri dell'edificio in cui vivi? 
L'ultima infamia su cui fare chiarezza è quella che dice, "gli occupanti della Verdi 15 non hanno nulla (o poco) a che vedere con il diritto allo studio": La maggior parte degli occupanti erano studenti e molti di essi erano risultati idonei nelle graduatorie dell'Edisu. Non nascondiamo che alcuni degli occupanti non erano iscritti all'università, o non erano riusciti a rientrare nelle graduatorie dell'Edisu, Questo perchè la Verdi 15 occupata è molto più che una residenza: quella che si è creata è una comunità in lotta fatta di persone che hanno deciso di prendere in mano il proprio destino e riappropriarsi dei diritti negati organizzandosi e lottando dal basso contro chi ci scarica addosso tutti i giorni i costi della crisi.
Per tutti questi motivi oggi siamo scesi in piazza a denunciare il ruolo della stampa e dei media, in particolare del principale quotidiano torinese (LA STAMPA), nello sgombero della Verdi15: il loro ruolo è quello di ricoprire la nostra esperienza con una montagna di balle per evitare che questa trovi il consenso della gente e si diffonda. 
Abbiamo quindi occupato la sede de La Stampa, dove il pennivendolo Massimo Numa è quotidianamente impegnato a scrivere racconti di fantascienza su esperienze di lotta che nemmeno conosce e di cui scrive riportando le veline della Questura.
Quest’oggi Numa non era presente in redazione ma siamo sicuri che l’occupazione gli abbia lanciato un messaggio chiaro!
La violenza mediatica che ci è stata scagliata contro non ci spaventa, anche se non abbiamo tv o giornali abbiamo i nostri modi per arrivare tra la gente e la solidarietà che ci è stata manifestata in seguito allo sgombero lo dimostra.
Domani pomeriggio saremo quindi in piazza palazzo di città per portare in piazza tra la gente quello che c'era veramente dentro la Verdì 15 Occupata. Lo faremo con una mostra fotografica, portando in piazza i laboratori e le attività che alla verdi15 trovavano spazio e portando in piazza le nostre storie e la storia della nostra comunità in lotta.

Verdi Quindici Occupata

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