La
Verdi Quindici Occupata alla caccia dei reponsabili della crisi
Quando
parliamo dei tagli al diritto allo studio, alle borse, dobbiamo
essere ben chiari nel dire chi e quali sono i responsabili di queste
politiche. Ormai da anni tutto il piano di welfare studentesco viene
sostanzialmente smantellato e attaccato dalle politiche del rigore
che vengono imposte al nostro paese. Le borse di studio sono ormai
poco più che un'illusione, laddove quelle poche che ci sono, sono
legate a criteri di merito assurdi e inadeguati a chiunque conduca
una vita da studente ed ancora di più da studente che lavora.
In
una Regione Piemonte sull'orlo della bancarotta, la crisi viene
scaricata proprio su chi sta peggio, con tagli sostanziali alla
sanità e all'istruzione, che garantisce a molti fuori sede e ad
altrettanti studenti migranti e piemontesi di poter avere accesso
all'università, di poter studiare per quanto in un mondo della
formazione degradato e povero. Per di più a Torino, nella tanto
decantata 'città dei giovani' che naufraga nel debito, ben poco è a
modello di studente: i trasporti costano sempre più cari, l’accesso
alla socialità è sempre più per pochi e sempre più normalizzato,
il costo degli affitti è esasperante, e via di questo passo. Nella
città-vetrina del Piemonte a pagare sono sempre i soliti, mentre una
classe politica inadeguata fa concessioni alla fondazione Sanpaolo e
alla Crt, costruisce grattacieli simboli del potere e del suo sfarzo,
privatizza servizi pubblici per farli intascare a basso costo agli
amici degli amici (vedi le ex-municipalizzate messe all’asta per la
mancanza di un compratore) e spinge per la costruzione del Tav,
grande opera inutile con i cui soldi si potrebbero coprire ben altri
deficit nel campo del welfare e dei diritti.
Contro
queste politiche si è sempre mossa la Verdi Quindici Occupata, e lo
sgombero è stato figlio della paura che questa esperienza di
comunità in lotta incute nei centri di potere di questa città. Ma
con lo spirito con cui siamo tornati in piazza e abbiamo occupato due
nuove strutture continueremo a individuare i responsabili di questa
situazione. Senza dubbio tra questi troviamo Cota, presidente della
Regione Piemonte, Fassino, sindaco di Torino, e Trabucco, presidente
dellEdisu: tutti supini e conniventi delle politiche del taglio e
promotori della dismissione di strutture e diritti; questi sono i
volti di uno schieramento trasversale tra i partiti della corruzione,
che ha creato la crisi e che ora vogliono farla pagare a noi.
Ma
responsabili per antonomasia sono coloro che comandano ed indicano
queste politiche: in primo luogo il governo Monti e i suoi ministri
Fornero e Profumo che mercoledì saranno presenti all'inaugurazione
dell'anno accademico del Politecnico, ministri promotori delle forme
di privatizzazione dell'università e della precarizzazione delle
vite di tutti noi. Quel ministro Fornero che chiama choosy i giovani,
che li definisce viziati, quel ministro Profumo che spalleggia un uso
più pedante del bastone. Ma contesteremo anche Trichet, che sarà
presente nel pomeriggio del 6 al Rettorato dell’Università di
Torino: Trichet, ex presidente della Bce, colui che mandò la lettera
al governo Berlusconi imponendo quelle misure restrittive e austere
che oggi il governo dei professori applica con sagacia e violenza.
Siamo
dal gennaio 2012 in movimento, alla continua ricerca dei responsabili
di una crisi che non solo non vogliamo pagare ma che vogliamo
rovesciare sul tavolo dei potenti, di chi comanda un'università, una
Torino, una Regione, un paese, un'Europa nel segno del taglio e della
speculazione, della distruzione e della miseria. Le nostre spazialità
sono quelle della lotte, del rifiuto di una crisi e di un'austerità
che riteniamo debba essere messa nel conto di chi fino ad oggi ha
rubato e speculato e che vorrebbe farlo anche domani: noi glielo
impediremo, per le strade, sotto i loro palazzi.
Verdi
Quindici Occupata
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